L’ABBANDONO DEI FERTILIZZANTI CHIMICI E DEI FITOFARMACI DI SINTESI

Per chi si interessa di agricoltura, di vino e vigneti le parole fitofarmaci e fertilizzanti non saranno nuove, per tutti gli altri potrebbero!

Cosa sono i fertilizzanti?

I fertilizzanti sono sostanze che servono per migliorare la fertilità del terreno e quindi l’ambiente di crescita della coltura. Rendono il terreno pronto ad accogliere le piante e a migliorarne le performance produttive.

E i fitofarmaci? Cosa sono?

I fitofarmaci invece sono prodotti usati per controllare gli organismi nocivi delle piante coltivate che possono comprometterne la produzione.

Con la conversione all’agricoltura biologica vi è l’obbligo d’abbandono dei fertilizzanti chimici e dei fitofarmaci di sintesi in vigna. Cosa comporta questa scelta?

Innanzitutto dobbiamo fare una premessa: la viticoltura biologica è un modello colturale evoluto da applicare sulla base di precise conoscenze e sperimentazioni. Se fino a ieri veniva giudicata solo la qualità del vino, oggi per il mercato è altrettanto importante anche il “come viene fatto il vino”: ma non si compra un vino solo perché è biologico…

La viticoltura biologica dunque mira a produrre qualità in quantità, con continuità, gestendo i vigneti con interventi specifici, il minor numero possibile, ma assolutamente precisi.

Il biologico deve essere un strumento per lavorare meglio, con cui si possono realizzare contemporaneamente vantaggi enologici, ecologici ed economici. L’ecologia è una parte importante del nostro approccio agronomico, ma il non utilizzare fertilizzanti e fitofarmaci è solo un aspetto della viticoltura, non il fulcro di essa.

Come viticoltori, da tempo non utilizziamo fertilizzanti chimici e fitofarmaci di sintesi. Utilizziamo solo rame, zolfo e altri induttori di resistenza ammessi nell’agricoltura biologica. Le regolamentazioni biologiche inoltre ne permettono l’utilizzo esclusivamente in formulazioni approvate, e con un numero di trattamenti registrati e controllati.

Nessuno infatti conosce la natura così a fondo da portela controllare. La variabilità locale tra i vigneti e anche nello stesso vigneto è sempre elevata. Per questo motivo non si può imporre un controllo sicuro su tutto quello che succede. Quello che noi cerchiamo di fare, e che riteniamo più producente, è innescare dei processi spontanei di autocontrollo che diano stabilità e resilienza sulla base di interventi preventivi fatti in modo differenziato.

Il biologico infatti, non prevede semplicemente la sostituzione di ingredienti (il passaggio da fertilizzanti e fitofarmaci a soluzioni maggiormente amiche dell’ambiente), ma cerca di cambiare la ricetta lavorando sulle cause e non sugli effetti. In quest’ottica lo strumento più importante è l’inerbimento naturale che aumenta la biodiversità sulla base della specificità locale e della risposta delle piante secondo la diversa natura dei suoli.

L’idea che seguiamo è quella per cui la viticoltura di qualità ai massimi livelli deve necessariamente prevedere il contributo di tutte le forze in gioco. Il biologico per noi è lo strumento più professionale che un’agricoltura evoluta e che trova nella qualità la migliore occasione per esprimere la sua convenienza.

Conoscevi già fertilizzanti e fitofarmaci? Cosa ne pensi del loro utilizzo in viticoltura? Seguici sui nostri social per continuare la conversazione e utilizza l’hashtag #generazione2031 !